Le carte ittiche: stato del monitoraggio dell’ittiofauna sul territorio nazionale
Parole chiave:
Carte ittiche, gestione delle acque interne, ittiofaunaAbstract
È opinione comune che la protezione e la conservazione degli ecosistemi, nonché lo sviluppo dell’ambiente, debba essere garantito dalle amministrazioni pubbliche attraverso l’integrazione delle conoscenze scientifiche e la collaborazione attiva dei cittadini. La pesca costituisce uno degli ambiti in cui gli enti pubblici sono chiamati a svolgere una funzione di pianificazione dell’uso sostenibile delle risorse naturali. In questo contesto l’ittiofauna delle acque interne è un bene dello Stato e come tale va tutelato e amministrato. Senza l’analisi delle popolazioni ittiche e dell’ambiente acquatico, non solo si rischia di alterare drasticamente la funzionalità degli ecosistemi acquatici ma si ha anche uno spreco dal punto di vista economico. I sistemi acquatici, soprattutto quelli delle Province meridionali, sono molto instabili e la distribuzione e la densità delle singole popolazioni ittiche é valida solo per il periodo in cui viene effettuato il campionamento, per cui si rendono necessari periodici monitoraggi. Sono ormai diversi anni che le Regioni e le Province del territorio nazionale hanno intrapreso iniziative tese ad acquisire le conoscenze scientifiche per poter definire i programmi di gestione e conservazione degli ambienti acquatici. Le Carte Ittiche rappresentano lo strumento per una pianificazione e per una gestione razionale dell’ittiofauna e delle attività alieutiche, permettendo una proficua convivenza tra pesca sportiva e salvaguardia del patrimonio ittico (A.I.I.A.D., 1993). Lo scopo di questo lavoro è quello di esporre la situazione del monitoraggio della fauna ittica attraverso la ricerca delle Carte Ittiche disponibili nelle varie Regioni e/o Province italiane, confrontando tra loro quelle redatte in ambito regionale.